Dispositivi di protezione anticaduta collettivi: come scegliere le reti di sicurezza

Le reti di sicurezza sono importanti dispositivi di protezione collettiva destinati alla protezione contro le cadute dall’alto che possono trovare un possibile impiego in diverse attività. Ma perché siano efficaci è necessario capire non solo come e quando utilizzarle, ma anche come sceglierle correttamente.

La causa principale dei decessi sui cantieri avviene per cadute dall’alto che si verifica principalmente per la mancanza, l’errato montaggio o lo smontaggio di alcune parti dei dispositivi di protezione collettivi o per il mancato utilizzo dei dispositivi idonei di protezione individuale.Le reti di sicurezza sono importanti dispositivi di protezione collettiva destinati alla protezione contro le cadute dall’alto che possono trovare un possibile impiego in diverse attività. Ma perché siano efficaci è necessario capire non solo come e quando utilizzarle, ma anche come sceglierle correttamente.

Quali sono i dispositivi di protezione da utilizzare

Ancora oggi le cadute dall’alto rappresentano circa 1/3 degli infortuni mortali sui luoghi di lavoro, molti dei quali interessano il settore dell’edilizia. Causa dell’esito negativo degli incidenti non è solo il mancato utilizzo di dispositivi di protezione, collettiva o individuale, ma fondamentale importanza riveste la scelta dei requisiti tecnici degli stessi, le modalità di uso nonché l’attività di monitoraggio dell’efficienza (verifica, ispezione ed eventuale manutenzione).

Per i DPC bisogna valutare anche le fasi di montaggio e smontaggio, che sono un altro aspetto impattante sulla sicurezza degli stessi.

In Italia, se si pensa ai dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto in edilizia, l’abitudine degli operatori di settore è generalmente a favore di parapetti provvisori e/o di dispositivi di protezione individuali anti caduta, contrariamente a quanto invece prevede l’art.15 del D.Lgs.81/08.

Difatti vi è un principio fondamentale, secondo il quale è necessario dare “priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale”.

E dunque, l’approccio corretto in una valutazione del rischio dovrebbe prevedere le 4 macro-fasi:

  1. Individuazione del pericolo e analisi del rischio

  2. Sostituzione di ciò che è fonte di pericolo e/o eliminazione del rischio

  3. Individuazione e adozione delle misure tecnico-organizzative e/o adozione dei dispositivi di protezione collettiva (DPC)

  4. Individuazione e adozione dei dispositivi di protezione individuale (DPI).

A differenza di altri paesi europei, forse per la scarsa conoscenza dei prodotti, non risultano ancora molto utilizzate le “reti di protezione anti caduta”.

(Fonte Ingenio)

Per un corretto approccio ai sistemi anticaduta collettivi si rimanda a:

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