Esposizione a temperature estreme e infortuni sul lavoro in edilizia, pubblicato sulla rivista “Environmental International” uno studio Inail di analisi epidemiologica dei fattori di rischio.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha indicato il tema del contrasto al cambiamento climatico e della mitigazione degli effetti sulla salute come una priorità di azione. Secondo il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), senza interventi di mitigazione, il riscaldamento globale raggiungerà 1,5° fra il 2030 e il 2050.
ROMA – Nell’ambito del piano di attività Inail di ricerca scientifica e in collaborazione con il progetto Worklimate, promosso e sviluppato dall’Inail in collaborazione con il Cnr, il Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio e altre istituzioni pubbliche, è stato condotto uno studio con l’obiettivo di stimare gli effetti delle temperature estreme sugli infortuni occupazionali nel settore edile in Italia. Si tratta del primo studio di dimensione nazionale condotto nel nostro Paese su questo tema ed ha riguardato 184.936 infortuni sul lavoro riconosciuti dall’Inail nel periodo 2014-2019.
Sono 524 per anno gli infortuni occupazionali stimati. La serie storica giornaliera delle temperature ad alta risoluzione è stata utilizzata per l’analisi dell’esposizione. I risultati stimano 524 infortuni occupazionali per anno in questo settore, attribuibili all’esposizione a temperature estreme, con una variabilità dei rischi in relazione all’età (maggiori nei lavoratori giovani per il caldo).
Lo studio è valorizzato dall’uso delle variabili Esaw (European statistics on accidents at work) che permettono di collegare l’infortunio alle condizioni in cui è avvenuto, tra le quali il tipo di luogo, il tipo di lavoro, l’attività fisica specifica, l’agente materiale dell’attività fisica specifica e la deviazione.
Muratori e idraulici lavoratori a rischio. Questo ha permesso di identificare i cantieri e i siti industriali come luoghi a rischio, i muratori e gli idraulici come mansioni a rischio, così come le lavorazioni con utensili, l’uso di macchinari e il maneggio di oggetti, attività fisiche soggette a rischio per alte temperature. Lo studio ha inoltre evidenziato che le ondate di calore accentuano il rischio di infortunio a seconda della intensità del fenomeno.
La prevenzione è ormai una priorità. I risultati dello studio, identificando specifiche categorie di lavoratori particolarmente esposti al rischio di infortunio correlato all’esposizione a temperature estreme, nonché lavorazioni e attività fisiche a rischio, possono contribuire a definire le misure di prevenzione. Alla luce degli scenari di cambiamento climatico, ed in particolare all’intensificarsi dell’intensità e della frequenza delle ondate di calore, è necessario considerare la protezione dei lavoratori dai rischi di infortunio connessi alle temperature come una priorità.