Lavorare in presenza di forte radiazione solare

L’esposizione alle radiazioni solari rappresenta un serio rischio per la salute di tutti i lavoratori che lavorano all’aperto. Ma costituisce anche un problema rilevante per i datori di lavoro che sono chiamati a mettere in campo tutte le misure necessarie per valutare e prevenire tale rischio.

Quali sono le misure tecniche e organizzative che si possono adottare all’esito della valutazione del rischio da radiazione solare?

Si indica che “le misure di prevenzione e protezione devono essere messe in atto in tutte le stagioni dell’anno, soprattutto se il valore dell’UV index è superiore a 2”.

E in termini generali, “dal punto di vista tecnico-organizzativo e procedurale si può prevedere quanto segue:

  • le mansioni che espongono il lavoratore alla radiazione solare dovrebbero prevedere la limitazione dello svolgimento delle attività all’aperto nelle ore centrali della giornata,

  • se non possono essere evitate le ore centrali (come nella maggior parte delle attività/mansioni all’aperto) devono essere previste pause nella giornata lavorativa (inclusa la pausa pranzo) da trascorrere in zone ombreggiate”.

Si può prevedere anche:

  • “la rotazione dei lavoratori nell’ambito delle mansioni, in modo tale che il singolo lavoratore alterni periodi di attività al sole e periodi all’ombra (o al chiuso).

  • la creazione di zone d’ombra, ad esempio attraverso l’installazione di barriere di plastica/tessuto, coperture tipo teli/ombrelloni scuri, gazebi etc.”. È raccomandata ogni volta che risulti fattibile”.

Si segnala che i criteri per la valutazione del rischio da radiazione solare ai fini della prevenzione, devono essere in relazione a:

  • condizioni ambientali in cui avviene il lavoro

  • modalità organizzative adottate e da adottare indipendentemente dal fototipo della pelle e dalle caratteristiche individuali dei soggetti esposti”.

  • indossare abbigliamento idoneo, indumenti protettivi per il sole per i lavoratori all’aperto. Infatti “la trama, il colore e le condizioni possono influire sulla capacità del materiale di assorbire le radiazione UV. L’abbigliamento dovrebbe coprire quanta più cute possibile”.

  • indossare cappelli e occhiali da sole idonei per la protezione dalla radiazione solare durante lo svolgimento di attività lavorative all’aperto.

Si segnala poi che “anche nel caso della radiazione UV esistono soggetti particolarmente sensibili al rischio, che richiedono una valutazione ad hoc, da effettuarsi caso per caso, sulla base delle caratteristiche individuali e della tipologia di controindicazione all’esposizione”.

Per l’impiego dell’UV index ai fini della valutazione dell’esposizione occupazionale a UV solare richiede “che i valori siano corretti per fattori moltiplicativi che tengano conto delle caratteristiche di riflessione (albedo) dell’ambiente immediatamente circostante il lavoratore”. E sul Portale Agenti Fisici (PAF), è disponibile “una procedura guidata che consente di applicare i criteri valutativi ICNIRP per la prevenzione del rischio da esposizione a radiazione UV solare per occhi e cute tenendo conto anche del contesto lavorativo”. (fonte punto sicuro)

Inoltre un aspetto da non sottovalutare e complementare alle misure di prevenzione giornaliera sopraelencate,  è quello di bere almeno due litri di acqua al giorno per compensare la perdita di liquidi, no all’assunzione di bevande alcoliche, limitare l’assunzione di bevande gassate o eccessivamente fredde e consumare pasti leggeri a base di verdura e frutta.